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19 marzo 2011

27 giugno 2010

Siena, il palio del 2 Luglio

Il prossimo 2 Luglio si ripete la magia del palio di Siena. Non una semplice corsa di cavalli, ma molto di più! Arrivare secondi, dopo tre giri in piazza del Campo, equivale a una sconfitta! Stessa cosa se vince la Contrada avversaria. Per “vivere” Il Palio in tutti i suoi aspetti, suggerisco di andare alcuni giorni prima della “Carriera”, com’è chiamata dai Senesi. Si comincia con la presentazione (conferenza stampa con l'artista) del Drappellone o Cencio, all'interno del cortile (Palazzo Comunale) di Piazza del Campo. Il soggetto dipinto deve essere in tema cui è dedicato il Palio, a Luglio la Madonna di Provenzano. Madonna dell'Assunta (Agosto). Qui si vedono i contradaioli sventolare i fazzoletti della propria Contrada quale segno propiziatorio. Il giorno seguente c'è la tratta dei Cavalli, sempre in Piazza del Campo, assegnato il Cavallo alla Contrada, è portato dal Barbaresco (la persona che accudirà l'equino), nella stalla, seguito in corteo dai Contradaioli che cantano inni della propria Contrada. Nei giorni successivi ci sono le prove, la mattina e nel tardo pomeriggio per abituare i Cavalli al tufo steso su piazza del Campo. Le prove sono un vero spettacolo! I Cavalli arrivano scortati dai Contradaioli che cantano, entrando in piazza dalla curva di San Martino. I bimbi della contrada occupano posto sulle tribune, con i loro fazzoletti multicolori. I fantini escono dall'androne di Palazzo comunale salutando i propri Contadaioli. Al termine delle prove si torna in Contrada, dove la sera ci sono le cene. Siamo alla vigilia del Palio! La sera prima c'è la cena della prova generale, il Fantino promette la vittoria! Il Capitano tiene un discorso. Il territorio della Contrada è addobbato a festa con bandiere e luci. La mattina del Palio (il prossimo è programmato per il 2 Luglio), c'è la messa del Fantino alle 7,30 del mattino, sotto la Capella alla base della Torre del Mangia. Quindi prova e rientro in Contrada. La giornata per i Senesi è elettrizzante! Nella Chiesa della Contrada c'è la Benedizione di Fantino e Cavallo, con la classica frase: va e torna vincitore! Già dalla sera prima i più accaniti Contradaioli anno preso posto nella piazza, per occupare i posti migliori! Nel tardo pomeriggio comincia il corteo storico con le Contrade partecipanti, quelle che non corrono questa edizione e le soppresse. Entra il carro con il Dralleppone, trainato da Buoi bianchi. Al termine del corteo storico escono i Cavalli e Fantini dall'androne di palazzo Comunale, il campanone della Torre del Mangia smette di suonare. Nessuna tecnologia, una persona agita la bandiera bianca per segnalare al Mossiere l'uscita dei Cavalli, i Fantini ricevono il nervo, salutano i Contradaioli promettendo la vittoria! Ora si dirigono verso la curva del Casato, quindi si portano verso la partenza, che avviene tra i canapi. Un Vigile Urbano tenendo alzata la mano ben visibile, consegna la busta al Mossiere con l'ordine di partenza. Sono attimi cruciali! I Fantini prendono accordi con le altre Contrade, per essere avvantaggiati o danneggiare l'avversario. Chiamati dal Mossiere, entrano tra i canapi, tranne uno che è di rincorsa, con la sua entrata improvvisa determina l'avvio del Palio. Possono essere momenti interminabili, con diverse partenze “false”. Con la partenza valida, il Mossiere lascia la piazza del Campo senza vedere la corsa. È scortato dalla Polizia verso un luogo segreto per evitare “rappresaglie” da chi si sente danneggiato... Sono attimi frenetici e interminabili, i Cavalli montati “a pelo” dai Fantini, volano su tufo della piazza, la curva più pericolosa è quella di San Martino, in discesa e a gomito. Ricordo che Piazza del Campo è come una conchiglia rovesciata. Ultimo giro, urla dei contradaioli, la piazza è una bolgia! indimenticabile! Ecco il vincitore! Gioia immensa per la Contrada vincitrice che reclama il Drappellone, disperazione per la 2° arrivata e per la Contrada avversaria. Il corteo della vincitrice si dirige verso la Chiesa di Provenzano (Palio di Luglio) oppure il Duomo, Palio dell'Assunta, in entrambi i casi per cantare il Tedeum di ringraziamento per la vittoria ottenuta. Fantino, Cavallo e contradaioli festanti, percorrono le strade di Siena. In questo breve articolo, ho cercato di sintetizzare cos'è il palio di Siena, cercando di trasmettere al lettore, sensazioni provate in prima persona in Piazza del Campo.

Se andate a vedere il Palio, suggerisco di occupare il posto nei pressi della curva del Casato perché questo è il posto dove “l’ombra arriva prima”. Il fondo della piazza è in mattoni e vi lascio immaginare il caldo nei mesi di Luglio e Agosto. Poi dalla curva del Casato si vedono bene la curva di San Martino, e l’uscita dei fantini dall’androne del palazzo Comunale. In piazza si può mangiare a prezzi modici in un self – service o pizza al taglio.

http://www.avventuraitalia.it/

12 giugno 2010

Canyoning uno sport "estremo"

 

 In questo articolo conoscerai la disciplina sportiva (per alcuni estrema) del Canyonig.

Il Canyoning conosciuto anche con il nome di torrentismo è uno sport “estremo” che consiste nella discesa a piedi di corsi d’acqua che scorrono all’interno di gole scavate dai fiumi nella roccia. Questi corsi d’acqua anno la caratteristica di avere una ridotta portata ed una forte pendenza. Proprio per questa tipologia le rive dei fiumi e torrenti adatti alla citata disciplina il più delle volte risultano inaccessibili. Calarsi con le corde da una cascata in mezzo agli spruzzi è molto divertente ma occorre non sottovalutare i pericoli che ne possono derivare. Oltre un certo punto diventa pericoloso oppure è impossibile effettuare la “discesa”.Bisogna anche ricordare che la traiettoria di discesa dalla cascata viene decisa dalla persona che posiziona l’ancoraggio. Tenendo presente la differenza di portata (acqua) che hanno i torrenti si dovrà tener conto delle situazioni limite che possono presentarsi per non rischiare che una piacevole giornata di sport si tramuti in qualcosa di spiacevole. Nelle forre di grande portata può capitare di scendere accanto a cascate “rumorose”, bagnati solo dall’acqua nebulizzata e dagli spruzzi delle medesime.
Una considerazione importante da tenere presente è che cominciata la discesa non è più possibile fare il percorso a ritroso ma solo proseguire fino al termine (uscita). Per indicare tutto questo i praticanti di questo sport estremo usano il termine di forra. All’interno della medesima vi sono diversi ostacoli da superare, cascate che vengono superate impiegando corde o quando possibile facendo tuffi o arrampicate in discesa.
Di frequente alla base delle cascate sono presenti piccoli laghetti che vengono superati a nuoto per raggiungere la riva una volta discesi con le corde. Nell’impiego delle corde da discesa è necessario disporre di un punto di ancoraggio a cui fissare le medesime, predisposte tramite l’utilizzo di tasselli ad espansione fissate tramite l’utilizzo di tasselli ad espansione utilizzando resine specifiche. Terminata la discesa le corde vengono recuperate per essere nuovamente impiegate in una successiva calata, ecco perché non è possibile fare il percorso a ritroso. Generalmente i percorsi di Canyoning anno una durata compresa fra le 2 e le 8 ore, ma possono esserci percorsi ben più lunghi in cui è necessario fare un bivacco notturno. Altra caratteristica di questo sport estremo consiste di non essere individuale ma di gruppo. Considerata la quantità di materiale indispensabile per praticare questa disciplina nonché per motivi di sicurezza è consigliato formare gruppi non inferiori alle 4 persone.
Nel nostro paese l’attività si svolge prevalentemente nelle forre di tutto l’arco Alpino e zone centrali della nostra Penisola, ma i luoghi più interessanti per la pratica del Canyoning si trovano in regioni quali il Piemonte, Lombardia, Sardegna ed Abruzzo.

17 gennaio 2010

Mongolfiere Innamorate. Carpineti (RE)

Mongolfiere Innamorate, nono raduno Internazionale di Mongolfiere

Carpineti (Reggio Emilia) dal 13 al 21 febraio 2010



Nel panorama Nazionale dei raduni di Mongolfiere, un posto di rilievo merita la manifestazione intitolata "Mongolfiere Innamorate" che si svolgerà a Carpineti in provincia di Reggio Emilia. Nei giorni precedenti la festa di San Valentino, equipaggi Italiani e stranieri, confluiranno a Carpineti, località dell'Appennino Reggiano.
Per una settimana (meteo permettendo) le Mongolfiere si alzeranno in volo al mattino e nel pomeriggio. Durante la manifestazione si può volare aggregati agli equipaggi ad un costo convenzionato e comunque inferiore a quanto richiesto normalmente per voli turistici. Per maggiori informazioni bisogna contattare il Comune di Carpineti, all'indirizzo internet: http://www.comune.carpineti.re.it

Tratto dal sito internet "Avventura Italia"

02 gennaio 2010

Rally Dakar, sabotata la moto di Picco

Dopo venticinque anni dalla sua 1° partecipazione alla Dakar, il pilota Vicentino Franco Picco, ritorna a correre la gara, che lo ricordo, per il secondo anno consecutivo, si svolgerà in sudamerica (Argentina e Cile). Ma prima della partenza, la moto di Picco è stata sabotata! Probabilmente il fatto è avvenuto sulla nave che trasportava la sua Yamaha 450 in Argentina. Nel serbatoio della moto sono stati versati 2 kg di zucchero! Fortunatamente il bravo e simpatico pilota Vicentino, è riuscito a sistemare la moto prima delle verifiche tecniche. Sicuramente si è trattato di un gesto deplorevole!!! anche perchè Picco è sempre stato un pilota corretto. Forse non lotterà per la vittoria, correndo da privato, ma sono certo che il nostro pilota farà una bella gara! In bocca al lupo Franco!!






 www.avventuraitalia.it
Il sito internet dedicato all'avventura, viaggi, sport estremi ecc.





28 dicembre 2009

Africa Race, rally di auto, moto e camion in Africa

Un tempo l'avventura per eccelenza nel continente Africano e non, era rappresentata dalla mitica Paris - Dakar. Poi a causa di problemi inerenti la sicurezza, la competizione è emigrata in sudamerica (Argentina e Cile) assumendo la nuova denominazione: Rally Dakar. Ora il testimone della competizione, negli stati attraversati dalla Dakar, è passato ad una nuova organizzazione che a dato vita all'Africa Race, in programma dal 27 dicembre al 10 gennaio 2010. La seconda edizione attraverserà paesi come il Marocco, Senegal e Mauritania con diverse novità. Vi possono partecipare moto, auto e camion. Per chi vuole seguire la competizione, segnalo il sito internet ufficiale dell'Africa Race: www.africarace.com



18 dicembre 2009

Ritorna la Dakar, edizione 2010

Ritorna la Dakar Rally edizione 2010


Per il secondo anno consecutivo la Dakar Rally (ex Parigi - Dakar) si svolgerà in Sudamerica, e precisamente in Argentina e Cile dal 1° al 17 Gennaio 2010. Come per la passata edizione, la partenza e l'arrivo è fissato a Buenos Aires, i concorrenti dovranno percorrere 900 km in ambienti "difficili" come il deserto di Acatama con le sue alte dune, oppure le tappe sulle Ande ad un'altezza di 4700 metri di altitudine. Etienne Lavigne (direttore generale della competizione), non ha escluso in futuro un ritorno della corsa in Africa, quando sussisteranno le condizioni di sicurezza. All'edizione del 2010 parteciperanno circa 184 moto e quad, 138 macchine e 50 camion. Tra le moto continua ad essere favorita la KTM, mentre tra le auto la Wolkswagen, primo costruttore che a vinto la corsa con un'auto alimentata a gasolio.


 

11 dicembre 2009

Bernard Moitessier, un grande velsta

Chi va per mare con una barca a vela sicuramente conosce Bernard Montessier.
In questa pagina leggerai dei suoi viaggi e del suo “coraggio” di rinunciare a una vittoria certa nel giro del mondo in barca a vela,
per seguire il suo “istinto” di viaggiatore dei mari.

                                      
Bernard Moitessier è nato in Indocina, l’attuale Vietnam da genitori Francesi; é stato un velista, fu il primo a circumnavigare il globo senza scalo.
Scrittore, ecologista, ha dedicato parte della propria vita alla tutela dell’ambiente. 
Bernard sembra un personaggio uscito da un libro di Salgari, ma troverebbe il giusto posto anche nei racconti di Ugo Prat (l’ideatore di Corto Maltese).
Comincia la sua “carriera” di velista e vagabondo dei mari nel 1947 navigando su di una piccola giunca nel golfo di Siam.
Con l’amico Pierre a bordo di una vecchia barca chiamata Snark continuerà a navigare nel golfo del Siam, nel mar della Cina ecc. finché non fu costretto a fermarsi per le pessime condizioni della barca alle isole Mauritius dove si guadagnò da vivere alternando lavori quali il segretario del Console Francese oppure facendo il pescatore.
In seguito ripartirà con una nuova barca per i mari del sud.

Le imbarcazioni odierne sono molto tecnologiche e dotate di gps, radio per le comunicazioni e stazioni meteo. Bernard come i velisti del suo tempo non avevano nulla di tutto questo, ma si affidava per la navigazione al sestante e solcometro. Dopo aver solcato il Pacifico in lungo e largo e recatosi in Francia, decide di intraprendere un viaggio molto ambizioso quando apprende che il Sunday Times organizza per la prima volta nel 1968 la Golden Globe, regata in solitaria intorno al mondo senza scalo.
La partenza può essere fatta da un qualsiasi porto dell’Inghilterra e Bernard salpa dal porto di Plymouth il 22 agosto. Quando si ritrova primo in classifica e con la vittoria quasi certa decide di ritirarsi dalla competizione rinunciando all’arrivo a onori, gloria e 5000 sterline come premio (il Golden Globe sarà vinto da Robin Knox-Johnston).


Bernard comunica la sua decisione lanciando un messaggio con la fionda su di una nave cargo in navigazione, queste sono state le sue parole: continuo perché sono felice in mare.
Così abbandona la competizione per continuare da solitario il suo vagabondare nei mari. 
Per questo suo gesto inaspettato Montessier diventa un mito non solo per tutti i velisti ma anche per gli amanti dell’avventura, spiegherà in seguito la sua decisione in un libro intitolato “la lunga rotta” diventato un cult per la gente di mare.
In seguito Bernard trascorse 14 anni della sua vita nelle isole della Polinesia su di una barca come casa, ma la sua non è una “fuga” dal Mondo bensì una scelta di vita, in questi anni si batte attivamente contro gli esperimenti Nucleari nel sud del Pacifico.
Dopo questo lungo periodo di “eclissi” farà ritorno in Francia, dove nel 1994 a Parigi verrà “vinto” da un male incurabile, ancora oggi i libri di Bernard Montessier rimangono un “cult” per tutti gli amanti del mare.
                            
Bernard Moitessier, i suoi libri:

La lunga rotta, gruppo editoriale Mursia, pubblicazione 1999
Capo Horn alla vela, gruppo editoriale Mursia, pubblicazione 1991
Vela e mari lontani – isole e lagune, casa editrice Incontri Nautici, pubblicazione 1999
Tamata e l’alleanza, l’autobiografia di un grande navigatore, casa editrice Incontri Nautici
Un vagabondo dei mari del sud, gruppo editoriale Mursia








10 dicembre 2009

Alain Robert, scala i grattacieli a mani nude

Alain Robert

 
In quest’articolo leggerai delle incredibili imprese di Alan Robert, che scala i più alti grattacieli del mondo a mani nude e senza l’ausilio di corde da alpinista o altro.
Per questo è stato soprannominato dalla stampa Internazionale “ Spider-man”.
 
Alain Robert è chiamato dai media “spider-man” perché a mani nude ha scalato ottantacinque dei grattacieli più alti del mondo, non ha impiegato per le sue imprese estreme funi da alpinista o altre attrezzature ma semplicemente le mani nude e le sue scarpe da climber. Alain fin da giovane cominciò a scalare le rocce vicino a casa sua. A dodici anni è protagonista di un curioso episodio: perde le chiavi di casa e resta chiuso fuori dall'appartamento (all’ottavo piano) dei suoi genitori. Invece di aspettare il ritorno dei suoi familiari, scala la facciata del palazzo, fino a raggiungere l'appartamento dall'esterno. Alain continua le sue scalate ma nel 1982 all’età di 19 anni rimane vittima di due cadute da un’altezza di 15 metri, in entrambi i casi si procura fratture multiple su tutto il corpo.            Dai medici che l’anno in cura viene considerato disabile al 60% e gli è sconsigliato di intraprendere nuove scalate. Trascorsi sei mesi dagli incidenti, Alain riprende a scalare ancora. Per migliorare le sue abilità continua ad affrontare scalate sempre più impegnative e dalle Alpi Francesi passa alle costruzioni più alte del mondo con grande dimestichezza.
La strategia di Alain
Naturalmente le autorità di polizia dei vari paesi, non gli concedono il permesso per le sue scalate estreme, quindi Alain compare all’alba, arrampicandosi su di un grattacielo in qualche parte del mondo. Le sue scalate attraggono la folla che rimane attonita nel vedere il Francese scalare con disinvoltura il grattacielo. Generalmente le forze dell’ordine lo aspettano al termine della sua scalata per poi accompagnarlo al posto di polizia, questi “arresti”, si risolvono spesso con brevi formalità per essere in seguito rilasciato senza problemi.
La preparazione atletica.
L’esperienza maturata in anni di scalate, consentono ad Alan di arrampicarsi agilmente sfruttando solamente le piccole sporgenze di pareti e finestre dei grattacieli. Nelle sue scalata non c’è il tempo di riposare e queste possono durare alcune ore. Fisicamente Robert è alto 1,65  ma è la sua agilità e forza di volontà che gli consentono queste scalate estreme, l’unica cosa che porta sempre con se è un sacchetto contenente magnesite in polvere, usata dal climber per aumentare la presa dei polpastrelli e assorbire il sudore.
Le sue scalate
La carriera di scalatore “urbano” è stata caratterizzata da una lunghissima lista di edifici in continuo aggiornamento. Da scalate a strutture quali la Torre Eiffel al teatro dell’opera di Sydney. Negli anni 90 Alain si fa conoscere al mondo intero per le sue spettacolari scalate alle Petronas Twin Tower in Malesia. Nonostante le autorità malesi siano state avvertite di una sua possibile scalata, restano stupite quando il 1° gennaio del 1997 Alan si presenta a lato di una torretta, è arrestato al sessantesimo piano. Nelle sue scalate estreme non mancano i momenti drammatici come a Chicago quando salendo sulle Sears Tower nel 1999, incontra l'ostacolo più impegnativo della sua carriera. Nella parte superiore del grattacielo di 110 piani, una nebbia spessa ricopre di umidità la facciata di vetro degli ultimi venti piani, rendendo la parete particolarmente scivolosa. Alain supera anche quella difficoltà, raggiungendo la sommità della torre di Chicago, ma con una scalata ai limiti dell'impossibile.